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Bruno Fadelli, quando il Dirigente ha la “D” maiuscola

Sono cambiati i giocatori, i Mister, le categorie e le palestre, ma Bruno Fadelli è stato una delle grandi certezze dell’ambiente giallonero nelle ultime 7 stagioni. Le nostre strade, purtroppo, si separano, con il nostro Dirigente che si dedicherà a fare il nonno a tempo pieno. L’abbiamo incontrato per riavvolgere il nastro su questo tratto di strada percorso insieme, durante il quale ha saputo prendersi cura e organizzare magistralmente molti aspetti della quotidianità della squadra, agevolando il lavoro di staff e giocatori.

D – Bruno, colonna portante operativa della società, riavvolgiamo il nastro sulla tua militanza al Maccan Prata C5. Quando è iniziata questa tua avventura?

BF – La mia esperienza con il Maccan è cominciata 7 anni fa, quando la squadra approdò per la prima volta nei campionati nazionali in serie B.

D – Si fa presto a dire dirigente…ma dietro a questa figura mitologica ci sono impegno, tempo e responsabilità… 

BF – Nei primi anni, quando ancora lavoravo, mi occupavo esclusivamente della prima squadra, con la gestione del magazzino, dell’abbigliamento e del materiale tecnico, supportando lo staff da questo punto di vista. Andando in pensione, e avendo più tempo da dedicare, ho allargato l’impegno anche al settore giovanile.

D – Prima di arrivare a Prata avevi già “sperimentato” questo ruolo?

BF – Sono sempre stato legato allo sport e al calcio, giocando dal ’68 sino all’80 quando un infortunio mi ha fatto ridurre l’impegno solamente con gli amatori. Per me è stato quindi naturale, quando mio figlio giocava, iniziare a seguire il settore giovanile del Brugnera Calcio, facendo da dirigente accompagnatore, per poi passare 8 stagioni al Porcia, dove ho seguito la prima squadra della società purliliese.

D – 7 anni al Maccan sono davvero molti, hai visto transitare tantissimi giocatori e allenatori. Ti chiediamo la formazione giallonera “All-Time” targata Bruno Fadelli.

BF – Senza voler fare un torto a nessuno, inserisco Boin e Bastini in porta, per personalità e maturità. In difesa Capitan Spatafora, e Joao Pedro Guandeline, a Bologna nell’ultima stagione. I laterali sicuramente Eric, Morgade e Štendler, mentre per i due pivot scelgo Pippo Lari e Mazzucca.

D – A questo gruppo serve un allenatore… chi mettiamo in panchina?

BF – Marco Sbisà, senza ombra di dubbio. Il più completo che ho visto in queste stagioni, capace di combinare un mix vincente di capacità nel gestire il gruppo, qualità umane e competenze sia tecniche che tattiche.

D – Oltre a Marco, che rapporto hai avuto con tutto lo staff?

BF – Fantastico. Il gruppo di lavoro di questi anni è stato semplicemente superlativo. Un nucleo caratterizzato da persone aperte al dialogo, competenti e capaci nell’essere costruttive e non creare mai problemi.

D – A proposito di rapporti… Riecheggia tra le mura del PalaPrata un aneddoto su un episodio in cui il tuo punto di vista e quello di un direttore di gara fossero diametralmente opposti… 

BF – In quell’occasione non gradì particolarmente l’atteggiamento dell’arbitro e glielo feci notare con due o tre paroline (ride ndr) e venni espulso… A parziale discolpa, c’è da dire che in occasioni simili, credo due o tre in 7 stagioni, mi capitò di fare da parafulmine per “salvare” il Mister e fargli proseguire la partita in panchina, immolandomi al suo posto.

D – L’emozione più grande di questi anni gialloneri?

BF – Al netto che ogni stagione è in grado di regalare bellissime e fortissime emozioni, a volte più belle, specialmente quando si vince, a volte meno, ma è l’essenza dello sport, porterò sempre neI cuore i due campionati vinti e la Finale di Coppa Italia.

D – Nel vederti all’opera all’interno del gruppo si ha la sensazione di un clima molto piacevole e che la tua figura sia quasi paterna nei confronti dei ragazzi…

BF – Con i ragazzi si è creato sempre un ottimo rapporto, con tutti non solo con la rosa di questa stagione. Ho sempre cercato di mettere a proprio agio i giocatori, preparando tutto quello che potesse servirgli e di prevedere anche cosa potesse essergli utile. La sensazione è che ci sia sempre stata grande riconoscenza da parte loro, testimoniata anche dai numerosi messaggi che ho ricevuto nell’ultimo periodo.

D – Bruno, siamo a ridosso della sirena finale, ti lasciamo uno spazio tutto tuo per un messaggio personale o un ringraziamento.

BF – Un grande grazie lo dedico ai ragazzi, tutti quelli passati da Prata in questi anni, per la fiducia e l’educazione che hanno avuto nei miei confronti e ovviamente a tutto lo staff con cui abbiamo lavorato e con cui mi sono trovato sempre bene. 

Infine, non posso non ringraziare la famiglia Maccan. Ci conoscevamo già prima del mio arrivo, ma mi hanno dato una possibilità meravigliosa, quella di entrare in questa società, regalandomi grandissime e tantissime soddisfazioni, facendomi sentire come a casa.

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