“Oh mamma, mamma, mamma…oh mamma, mamma, mamma…sai, perché, mi batte il corazon ?…Ho visto il Grande Prata, ho visto il Grande Prata…” A sentire gli ultimi cori cantati da dei Briganti riversatisi in massa a bordocampo per accogliere con l’impeto dell’irrefrenabile gioia mossa dall’orgoglioso sventolare delle bandiere e dall’allegro protendersi delle mani i protagonisti della nuova impresa, sembra di essere tornati indietro nel tempo quando a regnare era soprattutto il puro talento tecnico.
E quando, a decidere le partite, anche quelle più difficili, erano spesso giocatori soli, ma muniti da una classe e una visione di gioco unici come Maradona, Gullit, Rajkard, Van Basten e, un po’ più avanti, Pirlo, Totti o Del Piero. Invece si tratta “semplicemente” del giusto tributo riservato ad un Club che è riuscito a tornare al successo davanti al proprio pubblico non affidandosi solo a singoli giocatori, ma soprattutto grazie ad un’esemplare gioco di squadra. Un traguardo, fondamentale tanto quanto il punteggio conclusivo segnato, che in questo caso è stato ancora più speciale perché raggiunto in occasione di una sfida, come il derby con il Pordenone, per definizione mai banale.
Per intuire quanto fosse importante questa partita infatti bastava lanciare uno sguardo agli spalti che facevano fatica a contenere il grande numero di presenti che continuavano ad arrivare. Oppure bastava scrutare i volti di alcuni appassionati e fedelissimi della Curva che, dipinti con dei tratti gialloneri abbozzati a forma di ape, mostravano tutta la voglia di vedere la squadra spiccare il volo per salire al 3° posto in classifica e consolidare i playoff.
Un’intenzione la quale si è manifestata subito in campo attraverso l’incredibile personalità sfoderata dai ragazzi. Api le quali, un po’ seguendo il ritmo danzante scandito dalla Curva, un po’ mantenendo la frequenza dell’attenzione e della velocità costantemente al massimo livello e una formazione difensiva “a quadrato” hanno prima saputo respingere con puntuali rientri e pronte chiusure gli assalti sferrati dai vicini “cugini”. E poi rispondere assalendo gli ospiti con un insistito e pungente pressing spinto fin nell’area avversaria. O seguendo i suggerimenti offerti nelle retrovie da dei lanci che permettendo ai nostri di sorvolare prima la fascia destra e dopo la sinistra hanno dato modo di cambiare spesso immediatamente il gioco e sorprendere i “rivali”.
Il gol del vantaggio sembrava aver indirizzato in maniera confortante un match in precario equilibrio, ma comunque ben gestito. Invece i Ramarri, un po’ scorrendo rapidi sulla stessa corsia mancina, un po’ ribattendo colpo su colpo con l’intensità di aggressive marcature mosse dai tambureggianti cori dei loro fedelissimi, hanno avuto la prontezza di saper ripiegare sull’opzione offerta dai tiri da fuori. Alternativa che è riuscita a rimettere tutto pericolosamente in discussione.
Tuttavia qui’ la squadra, anziché lasciarsi andare allo sconforto, ha avuto il merito di aggiungere altra grinta ingaggiando duelli ancora più furibondi, lottando su ogni pallone e trovando i tempi giusti per balzare in contropiede. Così, sospinto anche dall’allegro battito delle mani dei nostri numerosi appassionati è arrivato un risultato che avvicina ancora di più l’entrata nei playoff. Un traguardo il quale pare essere ormai alla portata forse solo a patto che i ragazzi riescano da una parte a riproporre il fondamentale gioco di squadra mostrato. Spirito di gruppo che, grazie all’ esemplare intesa consolidata partita dopo partita e capacità di sapersi aiutare con prontezza a vicenda nelle marcature, possa permettere di trovare ancora pazienza, costanza e determinazione.
Qualità cioè le quali, dopo averci dato modo di non sentire troppo l’importante assenza forzata di due “top player” come Chilelli e Girardi, sembrano necessarie per continuare a proteggere con efficacia l’area lasciandosi guidare ad esempio di nuovo dal ringhioso carisma di Zecchinello e Spatafora, instancabili “api sentinelle” sempre provvidenziali nell’intervenire a ogni accenno di pericolo. O mandare di nuovo in scena mostruosi recuperi come quello compiuto con straordinaria reattività da un “folletto” Felix protagonista al 14′ della ripresa di un rientro in extremis risultato prezioso come un gol.
Dall’altra, che i nostri non smettano poi di proporsi al momento buono anche in avanti cercando sia di far rivalere quell’invidiabile grinta che ha permesso ancora a Felix, solo 4′ dopo aver compiuto il prodigioso salvataggio, di “firmare” addirittura la rete decisiva. Sia tentando di sfoderare quell’intraprendenza e quello stesso entusiasmo trasmesso dagli spalti necessari per provare, quando possibile, a sviluppare un’altra volta un gioco mosso da fraseggi non solo veloci, ma anche densi di talento che possa ridare ai nostri le occasioni di “pungere” a ogni minimo errore avversario.
E, alla fine, riuscire a far partire un’altra festa cantando: “Oh mamma, mamma, mamma…oh mamma, mamma, mamma…sai, perché, mi batte il corazon ?…Ho visto il Grande Prata, ho visto il Grande Prata…”