Provare a ripartire da dove si ha finito. A leggerla così questa frase sembra suonare come una specie di rompicapo il quale, non mostrando subito un significato chiaro, anziché offrire soluzioni porta dubbi. Invece si tratta del possibile messaggio nascosto proprio nei minuti finali dell’ultima sfida disputata dall’esito di un duello che, chiudendosi con il rabbioso incitamento a sostenere fino in fondo la squadra lanciato dall’indomabile Benlamrabet, pare ora invitare i ragazzi non a lasciarsi stoppare troppo dal rammarico. Ma al contrario sforzarsi di tornare a correre sapendo che la partita, almeno dal punto di vista dell’approccio, non è andata poi così male come potrebbe far credere il risultato.
Che l’incontro fosse particolarmente impegnativo lo aveva suggerito la classifica che aveva messo in guardia sulla forza di un avversario il quale, condividendo il trono della graduatoria con MestreLaFenice prometteva di dare battaglia per provare ad allungare. E i timori della vigilia purtroppo si sono puntualmente materializzati in campo fin dal fischio d’inizio poiché gli ospiti non si sono fatti nessun problema nel mostrare la propria personalità e nel colpire sfruttando subito il primo errore della gara dei nostri. Un gol che, accompagnato poi da altre due reti piazzate nei momenti più delicati del primo tempo ha, di fatto, messo in discesa il match dei rivali senza però riuscire mai a piegare del tutto la ferma volontà dei ragazzi di provare a portare in ogni modo fino all’ultimo dalla loro parte il punteggio.
Le Api infatti hanno prima avuto il merito di sfoderare la loro proverbiale istintiva aggressività mostrata cercando di “pungere” le caviglie dei rivali con un insistente pressing sferrato a tutto campo per cercare di rubare palla nella zona del terreno più alta possibile e sfrecciare a tutta velocità verso la porta. Poi si sono affidate spesso a Spatafora, sempre pronto a offrire la sua saggia visione di gioco e raffinata qualità in mezzo, ma anche generoso nel dare una mano a mettere ordine in difesa, per tentare di far “decollare” con velocità e precisione la manovra provando a spiccare il volo molte volte sulla sinistra. Infine il gruppo, quando nella seconda frazione si è ritrovato a dover anche affrontare il tempo per cercare di ribaltare il prima possibile il risultato, ha dimostrato un po’ di pazienza nell’aspettare sforzandosi di rimanere compatto dietro prima di scattare subito in avanti all’immediata ricerca del gol.
Una costante buona volontà evidenziata da tutte queste modalità d’assalto che però si è ritrovata a sbattere contro l’altrettanto forte determinazione, l’esperienza e la grande reattività unita alla qualità opposta dai lombardi. Mantovani i quali, occupando in maniera quasi sempre impeccabile le posizioni e scegliendo bene i tempi d’intervento mantenendo alta l’attenzione, da parte loro sono riusciti sia a trovare il modo di tenere con costanza in piedi il proprio robusto bastione difensivo. Sia il pregio di indovinare i momenti giusti per tracciare la profondità catapultando in avanti, a turno, la punta di riferimento o aprendo, con delle rapide sortite sferrate sull’opposta fascia mancina e con dei tagli delle brecce centrali favorendo gli inserimenti.
Tutte contromisure che hanno contribuito a far pendere dalla parte ospite il duello. Così alla fine, insieme al risultato, sono arrivati anche un pizzico di amarezza e due possibili domande. Come sarebbe andata se la partita fosse continuata e i ragazzi avessero insistito nel cercare di recitare la parte dei “protagonisti” proseguendo ad assalire il muro difensivo dei colleghi puntando sulla forza d’urto data dalle numerose conclusioni dal limite usate come estremo “ariete” per sfondare ? O se, al contrario, la squadra si fosse presentata armandosi fin dall’inizio della stessa prudenza e senso di opportunismo mostrati dal Mantova piazzandosi prima con rigorosa disciplina davanti alla propria area e poi balzando, a ogni occasione buona, subito in avanti per sfruttare l’effetto sorpresa ? Gli avversari, alla lunga, avrebbero ceduto o l’esito sarebbe stato uguale ?
Punti di domanda diversi, ma nessuna risposta certa. L’unica cosa sicura è che ora i ragazzi avranno bisogno da una parte di cercare di accantonare il risultato (comunque non del tutto malvagio) per sforzarsi di mantenere, per quanto possibile, fiducia e ottimismo. Dall’altra, di conservare in parte la grinta trasmessa come un’ardente vampata di fuoco dalla prepotente esultanza di Benlamrabet per poter trovare ancora la forza e l’entusiasmo di produrre un’intensa manovra braccando senza sosta i prossimi portatori di palla rivali. In parte provare a ritrovare quella serenità e attenzione in più necessari per guadagnare una maggior precisione utile non solo a liberare meglio l’area, ma pure a migliorare l’intesa tra compagni. Ciò in modo da costruire azioni che, magari sostenute anche da un po’ di fortuna, possano essere maggiormente efficaci e concrete. E provare così a ripartire da dove si ha finito.