D – Ciao Marco, si è chiusa ufficialmente la stagione, con un percorso davvero straordinario se pensiamo che il Maccan a settembre si presentava ai nastri di partenza di questo campionato come debuttante in categoria. L’avreste immaginato un anno fa mentre costruivate la squadra?
MS – Onestamente credevo di aver allestito una squadra competitiva, ma avendo perso giocatori determinanti delle stagioni precedenti pensavo di far più fatica ad amalgamare i nuovi. Invece l’aiuto che mi hanno dato i “vecchi” nel far entrare subito in gruppo umanamente gli acquisti estivi e di averli coinvolti a livello tecnico-tattico nella nostra filosofia di gioco, ha velocizzato l’inserimento. Per cui sarò sincero: dopo la preparazione di settembre ho capito che avevamo una squadra da playoff.
D – Ad inizio stagione avevi espresso il timore per delle rotazioni ridotte e durante l’anno ci si sono messi anche diversi infortuni. Avete fatto un autentico miracolo?
MS – Il numero di giocatori in rosa è l’unico motivo, a mio parere, che ci ha tenuto così lontano dalla vetta. Perché abbiamo passato settimane intere ad allenarci in 6 giocatori di movimento, non riuscendo neanche a fare una partita in 5vs5 a fine allenamento. È chiaro che un po’ puoi tenere duro, ma poi la condizione fisica cala, e questo si è visto nel momento chiave di gennaio e inizio febbraio, dove abbiamo raccolto 3 sconfitte, 1 pareggio e 1 sola vittoria in 5 partite, oltre che uscire dalla Coppa Italia. In quel momento potevamo crollare e invece lì sono emerse le qualità morali del gruppo, che con resilienza e unità di intenti ne è venuto fuori per ripartire alla grande e andare a conquistarsi i playoff.
D – Quali le differenze principali che hai notato tra la serie A2 e l’ Élite?
MS – Sicuramente la fisicità: in A2 ci sono squadre forti, ma con la nostra qualità tecnica non avevamo avuto problemi a primeggiare e mettere sotto tutte le avversarie, tanto che, finché contava, lo scorso anno non abbiamo mai perso (tutto il girone d’andata e la 1^ giornata di ritorno: 10 vittorie e 2 pareggi). In A2 Élite, invece, le squadre fisicamente sono spaventose, si assiste a un gioco meno tecnico e più battagliero, per cui anche avere la qualità tecnica maggiore non sempre è sufficiente. Credo che lo squadrone che avevamo lo scorso anno in Serie A2, per intenderci, non avrebbe ottenuto questo risultato in A2 Élite, perché a livello fisico pagavamo qualcosa.
D – Escludendo i colori gialloneri, quale la squadra che ti ha impressionato di più, il miglior allenatore e il giocatore più determinante per le sorti della propria squadra?
MS – La squadra più forte a mio avviso è stata quella che ha vinto il campionato, il Mantova, che aveva tutte le caratteristiche tecniche e fisiche per arrivare in alto e l’ha dimostrato; una squadra che, onestamente, avevi l’impressione di non poter battere. Come miglior allenatore scelgo il mio amico Hugo De Jesus della Cdm di Genova, che è riuscito a tener duro dopo un girone d’andata molto negativo chiuso al 9° posto trovando la chiave per fare una seconda parte di stagione a dir poco spaventosa, arrivando 3° con ben 31 punti nel girone di ritorno. Forse la Cdm non è la squadra che giocava il miglior futsal del campionato, ma da allenatore so cosa voglia dire vivere momenti negativi e se tieni la squadra unita dopo 5 sconfitte vuol dire che sei un grande mister. Come giocatore resto alla Cdm e scelgo Geovanne Da Silva: l’unico che ci ha fatto cambiare il modo di difendere, un giocatore incredibile. E uno dei motivi per cui il mio amico Hugo è risalito dalla 9^ alla 3^ posizione!
D – Al netto di un gruppo coeso e compatto, c’è qualche giocatore di questo Maccan che ti ha sorpreso più di altri?
MS – Senza fare un torto a nessuno cito la continuità anche in questa categoria di capitan Spatafora e del suo vice Zecchinello, che hanno dimostrato di essere due giocatori di livello altissimo anche in A2 Élite. Poi la crescita di Felix Martinez, ormai non più una promessa ma un giocatore vero che fa la differenza. Infine devo parlare di uno che a mio avviso rientra tra i tre giocatori più forti del campionato, Edoardo Botosso: purtroppo è stato colpito dalla sfortuna saltando il 38% delle partite, una quantità enorme, perché con lui sempre in campo potevamo parlare di una classifica diversa. Però quello che gli ho visto fare posso dire che mi ha sorpreso, perché sapevo che era forte ma non così tanto.
D – Abbiamo finito da una settimana, ma sei già al lavoro con la società per il futuro?
MS – Con la società siamo insieme da 5 anni e lavoriamo per il futuro praticamente ogni giorno. Si valutano i nostri ragazzi, si valuta il mercato e quello che offre, si valutano le opportunità. Ho la fortuna di lavorare con persone serie, come non mi pare ce ne siano molte in questo mondo, per questo continuo a farmi due ore di strada 4 volte a settimana nonostante la stanchezza e la voglia di staccare che mi capita a volte di percepire dentro di me. Sto bene qui, mi diverto e mi sento parte di un progetto sportivo come pochi, per cui continuo questo lavoro con grande passione e impegno, per aiutare la società e la famiglia Maccan a confermarsi a questi livelli. E posso garantire che, per quanto ci saranno molte novità e cambiamenti, anche il prossimo anno saremo assolutamente competitivi.