Fissato il via al campionato under-19. Dopo il rinvio a data da destinarsi alla luce dell’emergenza sanitaria, la Divisione Calcio a 5 ha finalmente diramato la data di inizio ufficiale del campionato nazionale, vale a dire domenica 10 gennaio. Poco più di un mese di attesa, dunque, per gli juniores del Maccan Prata, che nel frattempo continuano ad allenarsi nella nuova palestra “Valery Space” a Borgomeduna di Pordenone. Abbiamo fatto il punto della situazione con il mister Alessandro Donato.
Mister, l’attesa sta per essere premiata…
«Esatto. È da settembre che ci alleniamo due volte alla settimana con questo obiettivo. I ragazzi si impegnano, hanno entusiasmo, ma ovviamente il campo manca a tutti.»
Come state gestendo questi mesi vuoti, in cui potrebbe sembrare che ci si alleni “a vuoto”?
«È un discorso che vale per tutti i giocatori. Ci si allena sempre per la partita e la gara, per mettersi in competizione e far vedere le proprie potenzialità e, nel caso delle categorie giovanili, crescere fino ad arrivare in prima squadra. In questo senso, chiaramente allenarsi e basta, senza aver partite, non è molto stimolante. Ma sono contento di poter dire che dal punto di vista umano sono tutti bravi ragazzi e si impegnano sempre al massimo.»
Quali gli obiettivi della società per questa stagione?
«L’obiettivo è quello di farli crescere e creare un gruppo coeso, senza pretese sui risultati. Con mister Marco Sbisà e Andrea Sabalino ci sentiamo molto e anche oggi in quattro hanno fatto partita con la prima squadra. L’ideale è questo, dare il massimo per poter farci trovare pronti anche per supportare e dare il cambio ai più grandi.»
E com’è, nel frattempo, il gruppo squadra?
«Sono quasi tutti nuovi e anche di età piuttosto diverse. Abbiamo anche due ragazzi di 15 anni, che non essendoci l’under-17 hanno accettato con entusiasmo di aggregarsi direttamente a noi. I più grandi hanno invece 20 anni, come Dedej e Chavez, parte integrante della prima squadra. In otto provengono dal calcio a 11 e di conseguenza ci vuole un po’ di pazienza perché entrino nell’ordine dei movimenti e dell’intensità. Ma sono tranquillissimo e contento per l’impegno che mettono tutti, dal primo all’ultimo: anche in questo periodo difficile di rado hanno saltato l’allenamento. Visto il momento è già un bel traguardo; o un punto di partenza, a seconda dei punti di vista…»
Qual è invece la tua esperienza? E cosa ti ha spinto ad accettare la proposta del Maccan Prata?
«Io abito a Mariano del Friuli (Go) e ho iniziato a giocare a calcio a 5 a Gradisca, arrivando a disputare, per una parentesi, la serie B a Manzano. Da allenatore ho cominciato come vice, anche di Paolo Bovolenta (ex tecnico del Maccan, ndr); due anni fa ho ottenuto il patentino e nell’ultima stagione ho allenato la Torriana, sempre a Gradisca. Quella attuale è la mia prima esperienza a livello giovanile: quando Sabalino mi ha contattato ho accettato con estremo entusiasmo, perché avrei sempre voluto lavorare coi giovani, trasmettere loro il mio amore per questo sport. Poi la possibilità di lavorare con Marco e Andrea (Sbisà e Sabalino, ndr), in un panorama serio e conosciuto come quello di Prata, con buone ambizioni e prospettive, e che investe nel settore giovanile, per me è un onore. Un po’ un riscatto, visto che nella mia Provincia, a Gorizia, il movimento è scomparso.»