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Un TIMEOUT con Gian Luca Schmidt

A un anno dal suo arrivo dietro la scrivani giallonera abbiamo incontrato Gian Luca Schmidt, Direttore Marketing della società, per fare il punto sulla situazione dopo 365 giorni di grande lavoro e dedizione alla causa.

D – Gian Luca spegni la prima candelina giallonera della tua carriera, ma prima di entrare nella squadra Maccan hai toccato tappe ai massimi livelli. Raccontaci del tuo lungo ed entusiasmante percorso professionale.

GLS – Dopo la laurea in Economia e Commercio in Marketing alla Cattolica di Milano ho vinto una borsa di studio per un Master in Sport Marketing a Miami, che mi ha permesso di portare determinate competenze ed esperienze con me al rientro in Italia. Dopo le prime tappe professionali in alcune multinazionali, è iniziato il mio percorso nel mondo sportivo, con più di tre anni all’Inter, quindi RCS Gazzetta dello Sport, per poi trasferirmi in Friuli e lavorare per la famiglia Pozzo, seguendo da vicino il rebranding e il riposizionamento anche commerciale dell’Udinese Calcio. Restando sempre nel mondo del calcio sono stato direttore commerciale all’Hellas Verona per un anno, ma l’amore per il Friuli mi ha fatto tornare, in prima battuta al Pordenone Calcio, fino ad approdare in questa splendida avventura nel Calcio a 5.

D – 365 giorni alla scrivania come Direttore Marketing del Maccan Prata C5. Puoi tracciare un bilancio di questo anno solare nel mondo giallonero del calcio a 5?

GLS – Ripensando anche alle mie esperienze passate, credo che vivere una anno migliore di quello appena trascorso al Maccan sia impossibile. Prima di tutto per il passaggio dalla Serie B alla A2, con una cavalcata strepitosa, e poi con la gioia vissuta proprio in questi giorni per il passaggio in A2 Elitè. Non solo un bilancio in positivo per i risultati sportivi, ma anche e soprattutto a livello personale, per le relazioni, con la famiglia Maccan, con il territorio, con i nostri tifosi, i nostri atleti e le nostre atlete, anche loro fresche vincitrici del proprio campionato e ovviamente il settore giovanile, in crescita. È un bilancio estremamente positivo per brand in progressivo sviluppo. Quindi, senza indugi, voto DIECI.

D – Simone e Cristian Maccan hanno recentemente parlato della società in un’ottica di crescita continua, programmazione e persone al centro del progetto. Dal tuo punto di vista quali dovrebbero essere i prossimi step in tale direzione?

GLS – La famiglia Maccan è una famiglia di sportivi, ma anche di manager e imprenditori. Questo li spinge ad avere una visione prospettica e di pianificazione. Di fatto, quello che stiamo facendo è un passaggio che pur mantenendo solidi valori familiari, va verso una logica di brand, di azienda. Da questo punto di vista, una società sportiva non è diversa da un’azienda e tutti gli ambiti devono funzionare. Lo staff, la parte sportiva, la comunicazione, il marketing, le relazioni con le aziende e con il territorio. Questo progetto ha 4 valenze forti, che sono legame con il territorio, il valore educativo nei confronti dei numerosi tesserati, soprattutto bambini e ragazzi, è un progetto sportivo con grande ambizione per il futuro e infine di business, perchè siamo molto attenti ai rapporti con i nostri partner.

I prossimi step di crescita riguardano sicuramente la parte sportiva, con il miglioramento delle performance, sia dei ragazzi che delle ragazze, crescita del valore del brand, delle attività di marketing e comunicazione che coinvolgano maggiormente aziende, famiglie e bambini, permettendo al Maccan di rappresentare questa regione in Italia e non solo.

D – Come si è evoluto il mondo dello sport business negli ultimi 20 anni e con esso il rapporto tra aziende e società sportive?

GLS – Il rapporto tra aziende e società sportive per certi punti di vista si è sicuramente evoluto, ma per altri potrebbe migliorare notevolmente. Mi spiego meglio. Un’azienda che investe in una società sportiva lo fa per ottenere valore. E questo è sempre stato il mio mantra. Deve percepire valore, in termini di visibilità, relazioni B2B con altre realtà, qualifica e posizionamento del brand. Credo molto in questo, notando purtroppo delle carenze da parte delle società, con il rischio che le aziende non credano più al mondo dello sport. Ad oggi sono molto felice della strada intrapresa e del modello che portiamo avanti in tal senso.

D – In questi 12 mesi ti chiedo chi ti ha più impressionato tra i giocatori della prima squadra e delle ragazze di Mister Riola e perchè?

GLS – Fatico ad andare sui singoli, ma posso dirti che li adoro tutti, dal più giovane sino al nostro portierone Marco Boin. Ognuno di loro  ha peculiarità umane, sportive e professionali uniche, a testimonianza del fatto che senza tali doti non avremmo vinto il secondo campionato di fila, per di più con tre giornate di anticipo e le ragazze non avrebbero fatta loro la Tuttocampo Cup. Tutto ciò perfettamente orchestrato da Marco Sbisà e dal suo staff per il settore maschile e da Mister Riola nel femminile, con una società alle spalle capace di avvolgere l’ambiente di professionalità, competenza e dedizione.

D – 1/3/2023 cominciava questa tua avventura. Cosa ti spinse un anno fa ad accettare la proposta della famiglia Maccan?

GLS – Questa è una domanda che mi fanno spesso… indubbiamente la sfida, ma soprattutto i valori che ho percepito di Simone e Cristian in primis, ma poi a cascata di Gian Mario e Adelchi Maccan. Valori solidi, fatti di rispetto, educazione, professionalità, etica prima di tutto.

Non conoscevo bene il mondo del Futsal e dopo una vita spesa tra altre discipline avevo il piacere e la curiosità di esplorare un ambiente nuovo. Questo mi ha fatto accettare una nuova sfida, con un progetto ambizioso, come di fatto lo sono io, ma all’interno dell’alveo di valori solidi, per me indispensabili, con l’auspicio che questo progetto, del quale faccio parte, continui per molto tempo.

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