Oltre alla squadra dei giocatori, c’è un team di persone che lavora ogni giorno per mettere i nostri atleti nelle condizioni di esprimersi al loro meglio, da un punto di vista fisico, tecnico e tattico. In questa squadra, dai meccanismi perfettamente oleati, gioca da ormai tre stagioni Marco Sfiligoi, tecnico classe ‘82, fresco di nomina come selezionatore della rappresentativa Under 17 del FVG.
Mister Marco Sbisà l’ha fortemente voluto al suo fianco non appena creatasi l’opportunità, perchè “Sfili ha una passione e una competenza di Calcio a 5 assoluta, sotto questi aspetti è uno dei migliori tecnici in regione, oltre ad avere una conoscenza del mondo Futsal a 360°. Lavorare con lui è molto stimolante, oltre ad essere nata una grande amicizia che va oltre il rapporto professionale. La nomina federale per il Trofeo delle Regioni sarà per lui opportunità di confronto e crescita e di conseguenza anche per tutto il nostro staff.”
D – Ciao Marco, per prima cosa ti facciamo i complimenti riguardo alla fresca nomina quale selezionatore della rappresentativa del FVG Under 17 in vista del Trofeo delle Regioni. Ci racconti com’è nata questa opportunità?
MS – L’opportunità è nata da una chiamata telefonica del delegato regionale per il C5 che mi ha proposto la guida della rappresentativa u17. Ho immediatamente chiesto al presidente Simone la possibilità di ricoprire il doppio ruolo, ci ho riflettuto qualche giorno e poi mi sono lanciato in questa nuova avventura.
D – Il tuo rapporto con il calcio e quindi con il calcio a 5 da dove nasce, come si è sviluppato e in che modo hai deciso di saltare la “staccionata” passando dal campo alla panchina?
MS – La mia passione nasce quando da piccolo, ancora bambino, seguivo mio padre che giocava a C5 ed è stato uno dei pionieri di questa disciplina in FVG. Da lì all’età di 16/17 anni non mi sono fatto scappare l’occasione di entrare a fare parte dell’ U21 della storica Ita Palmanova. Il passaggio dal campo alla panchina è stata una naturale conseguenza dettata dall’anagrafe e dalla voglia di cambiare ruolo, approcciarmi a qualcosa di nuovo, muovendo i primi passi come allenatore /giocatore a Gradisca, poi il Covid è stato l’ultimo step per abbandonare definitivamente il rettangolo di gioco per dedicarmi solo alla panchina.
D – Terza stagione al Maccan. Quali sono i ricordi più belli di questi anni? C’è un aneddoto che ti piacerebbe condividere?
MS – Tre annate molto diverse tra loro, con numerosi momenti indimenticabili ed emozionanti in tutte tre.
D – Siete uno staff molto affiatato. Che rapporto c’è con Mister Sbisà e gli altri componenti della “squadra degli allenatori”?
MS – Confermo, siamo uno staff molto unito, si lavora intensamente, remando tutti nella stessa direzione per il medesimo obbiettivo.
Con Marco il rapporto è splendido, cementato su fondamenta di rispetto, sincerità, onestà e trasparenza su qualsiasi piano, sia umano che sportivo, sia di gestione del gruppo.
Tra noi c’è un sano confronto quotidiano, in un’ottica costruttiva riguardo a tutte le tematiche che riguardano la squadra. Ci conosciamo da parecchi anni, siamo quasi coetanei, viviamo in paesi limitrofi e siamo nel mondo del C5 entrambi da molti anni.
D – Il ruolo del vice allenatore è un pò come la figura di Robin nel fumetto di Batman? Nello specifico di cosa ti occupi direttamente?
MS – Mi occupo di tutto e nulla. Ogni fine allenamento offro i miei feedback al Mister come momento di confronto, analizzo gli avversari per poi fornirgli un report per preparare la gara successiva, do le mie idee su come affrontare la squadra di turno, scegliamo assieme le rotazioni… È un lavoro di gruppo e confronto per riuscire a prendere le scelte migliori per il bene della squadra.
D – Marco Sfiligoi dismessi i panni di Mister ed esce dalle porte del PalaPrata? Hobby, tempo libero (poco immagino), passioni…?
MS – Il tempo libero è praticamente inesistente, ma porto con me una grande passione per l’enograstronomia. Mi piace cucinare e degustare vino abbinandolo al cibo, sperimentato e ricercando peculiarità di questo settore.
D – Secondo te, in un mondo che sta sfornando atleti sempre più performanti da un punto di vista fisico (grazie ad Ago e ai suoi discepoli), un giocatore dotato di tecnica sopraffina, sarà in grado di ricavarsi un ruolo da protagonista, pur non brillando da un punto di vista atletico, oppure senza un minimo di atletismo non potrà farcela?
MS – L’allenamento è sempre più specifico e sicuramente l’atletismo permette ad un numero maggiore di giocatori con poca qualità di raggiungere alti livelli, ma credo che ci sia ancora spazio per giocatori con alta qualità tecnica, anche se oggettivamente è un dato che sta diminuendo.